Dopo “Lasciati uccidere” torno a parlarvi di Roberto Leonardi con il suo nuovo thriller, “Blackout”, uscito lo scorso 24 settembre per Leone Editore.
Acquistalo subito: Blackout
Editore: Leone Editore
Collana: Mistéria
Genere: Thriller
Prezzo: € 14,90
Pagine: 336
Ethel e Christopher Goldwyn sono sposati da un paio d’anni. Il marito decide di cambiare vita: lascia il proprio lavoro di teatrante e si trasferisce con la moglie a Joylet, un paesino sui generis della Pennsylvania, mettendosi alle dipendenze di Fred Hutchison come minatore. Nei primi mesi, Ethel entra in confidenza con Coleman Cox, il gestore della tavola calda del paese, e con la famiglia Rivera. Tutto cambia nei primi giorni di gennaio. Un’abbondante nevicata, il crollo del vecchio ponte che collega Joylet al resto dello Stato e che costringerà i minatori a restare lontani dal paese, e l’omicidio di Violet Rivera. L’improvvisa interruzione dell’energia elettrica e una sequela di nuovi omicidi contribuiscono ad aumentare il terrore e, soprattutto, a fomentare gli animi. Gli abitanti rimasti a Joylet si accusano l’uno con l’altro, nessuno escluso. Ognuno di loro potrebbe essere l’assassino. Il primo a essere additato è Joseph Walker, un ex minatore che, dopo aver perso un occhio e il posto di lavoro è rimasto inspiegabilmente a vivere lì, ma il ritrovamento del suo cadavere ribalta la situazione, obbligando gli abitanti di Joylet a scegliere di chi fidarsi.
L’inverno si avvicina lentamente, con esso anche tutte quelle piccole cose che lo caratterizzano, primo fra tutti il freddo e la sua gelida morsa che stringe il mondo. Quando fa freddo viene voglia di rannicchiarsi da qualche parte, un angolo intimo, caldo e soprattutto sicuro dove abbandonarsi al piacere della lettura.
Nel nuovo romanzo di Roberto Leonardi, “Blackout”, l’inverno è uno degli ingredienti chiave che intrappolano il lettore in una sorta di gabbia ghiacciata dalla quale sembra quasi impossibile fuggire. La verità è che quando si ha a che fare con un’ambientazione isolata, per certi versi anche claustrofobica, ciò che conta sono i rapporti che si coltivano e come essi vengono messi a nudo di fronte ai nostri occhi.
I Goldwyn mollano ogni cosa per trasferirsi a Joylet, un paesino della Pennsylvania, una comunità ristretta e isolata formata per lo più da minatori e piccoli imprenditori locali. Non sembra avere nulla da offrire se non un po’ di pace e un posto di lavoro assicurato in miniera, eppure per Christopher Goldwyn questo basta e avanza e non importa se per sua moglie potrebbe essere difficile ambientarsi in luogo così chiuso e tetro, popolato dai suoi demoni e dai fantasmi che alimentano ogni diceria in paese.
Il banco di prova è una forte nevicata che spazza via l’unico ponte che collega il villaggio al resto del mondo, isolando completamente gli abitanti da ogni cosa diversa dal villaggio e la miniera. In questo senso un po’ mi ha ricordato “The Dome” di Stephen King perchè, sebbene siano differenti, hanno in comune una peculiarità: il raccontare di personaggi costretti a vivere in un’ambiente totalmente isolato nel quale si sviluppa una micro società che rispecchia in qualche modo il mondo intero in scala ridotta e nel caso di “Blackout” un omicidio diventa il pretesto per diffidare degli altri, instaurando così un regime alimentato dal sospetto e dalle ipotesi.
Ognuno ha il suo colpevole, ma bene o male tutti quanti a un certo punto iniziano ad additare Joseph Walker come possibile colpevole, lui, un uomo a cui la vita ha tolto ogni cosa, partendo dal lavoro fino al suo aspetto, menomato e taciturno sembra essere il capro espiatorio perfetto per un crimine così efferato. Fra presente e passato si scoprono retroscena agghiaccianti sugli abitanti del villaggio, in effetti nessuno di loro può dirsi un santo, e questo riemerge soprattutto da ciò che si scopre dai diari di Ethel, che poco a poco mette insieme i pezzi di un mosaico davvero orrido.
Blackout è un romanzo che fa del suo titolo il protagonista della sua storia, ogni cosa è avvolta dal mistero, ogni uomo o donna di Joylet brancola nel buio ben sapendo che ognuno di loro cela un oscuro passato, la vita di tutti subisce una battuta d’arresto quando il ponte crolla e con esso anche la pace che regnava in quel posto.
«L’oscurità. Il buio come sinonimo di disorientamento. Assenza di luce. oblio. E morte».
disclaimer: si ringrazia l’ufficio stampa di Leone Editore per la copia omaggio.